CONTROCANTO
Galleria dell’Accademia di Firenze
Via Ricasoli, 58/60 Firenze
2024-11-26 / 2025-01-06
a cura di Elvira Altiero e Giulia Coco



Controcanto 2024 veduta parziale


Attraverso il corpo come linguaggio, posso riflettere sul tema dell’identità, qui ho lavorato concentrandomi sul volto, la testa, lo sguardo.



Controcanto 2024, veduta parziale della mostra.


Per questo ho scelto di mettere accanto, in dialogo, o forse meglio in una sensibile‘ vicinanza’, cinque miei autoritratti in forma di scultura ad alcuni dei ritratti femminili di Lorenzo Bartolini, provenienti dalla Gipsoteca dell’artista che è parte delle collezioni dell’Accademia, scelti e disposti attraverso e per il loro sguardo.



Controcanto 2024, 'Loro' 2016/2024.


Il ritratto, oggetto di una visione altrui, porta il volto in avanti, davanti, espone una forte presenza immobile, immutata.. si potrebbe dire che quasi tutto il volto diventa un occhio. L’autoritratto è invece soggetto e oggetto dello stesso sguardo, incontra necessariamente un'altra o altre esperienze di sé, forse per questo il volto è assente o deformato, noi di solito possiamo identificarci solo attraverso lo sguardo dell’altro. Come se la rappresentazione di sé non possa che mostrare il proprio ritrarsi… la somiglianza consiste allora nel far apparire qualcosa d’altro che i propri lineamenti.



Controcanto 2024, veduta parziale della mostra.


Come nei sogni dove siamo capaci di vedere da punti di vista diversi e in diversi momenti temporali, volevo mettere ‘tempo’ in un’immagine solitamente statica (come il ritratto e l’autoritratto). Di fronte all’obbiettivo fotografico, uno spostamento improvviso della testa al momento dello scatto dilata l’istantanea dando consistenza a ciò che normalmente non si vede.



Controcanto 2024, Dammi il tempo-2007 video, loop


I suoi movimenti nello spazio, le sue vibrazioni, i suoi spostamenti, le emozioni, descrivendo così un interiorità in continuo inarrestabile movimento. Un tempo dilatato restituito attraverso la stratificazione di fogli di carta assemblati uno sull’ altro fino a ritrovare una tridimensionalità e mettendo così in evidenza il suo stesso farsi, la sua costruzione, la durata.
Quel ‘tempo’ ha cancellato e ri-disegnato un volto oltrepassando i limiti del soggetto (è il soggetto stesso che non è più presente) ritrovandolo poi in una dimensione di probabilità